lunedì 31 dicembre 2012

Best books 2012

Ciao a tutti!! Buon anno!! Bene, il 2012 è finito. Siamo sopravvissuti alla fine del mondo!! Ok, la smetto.
E' l'ora di un bilancio, quello che di solito faccio ogni anno. Ho letto in tutti 47 libri. Che vergogna. Non sono riuscita a battere il mio record del'anno scorso, visto che anche nel 2011 ho letto 47 libri...vabbeh, lo batterò l'anno prossimo...
Ed ecco qui, di questi 47 libri, la top ten di quelli che mi sono piaciuti di più!

1. Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy


2. Io e te di Nicolò Ammaniti


3. Gli Ultimi Incantesimi di Silvana De Mari


4. Ascolta la mia ombra di Marc Levy


5. L'Ultimo Orco di Silvana De Mari


6. La Bambinaia Francese di Bianca Pitzorno


7. Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron


8. L'Ultima Profezia del Mondo degli Uomini 


9. Gli spiriti non dimenticano di Vittorio Zucconi                                                              

10. Mondo Senza Fine di Ken Follett



E' stata durissima decidere!!!! Questi libri mi hanno praticamente tutti regalato tante bellissime emozioni...

Bene, non mi resta che augurarvi un buono e sereno 2013 e...tante buone letture!! XD





sabato 29 dicembre 2012

La trilogia di Iris

Tutto è cominciato quando la mia amica Chris mi ha prestato un libro dalla strana copertina glitterata con un enorme iris al centro. "Leggilo, è bellissimo!" mi ha detto. Leggo la trama. "Si...vedremo." La solita scettica. A casa, comincio a leggerlo. Quel pomeriggio leggo più di cento pagine tutte d'un fiato. Idem i giorni seguenti. Al quarto giorno, riporto entusiasta il libro a Chris. "E' geniale!!" Questo accadeva quasi due anni fa.
Avevo appena scoperto i libri di Maurizio Temporin, nato nel 1988, artista poliedrico che dopo aver percorso il mondo fino al Polo Sud, si è dedicato a scrivere questa bella trilogia che comprende Iris-Fiori di cenere, Iris-I sogni dei morti e Iris-I risvegli ametista. Ma ora veniamo alla trama.

 Thara ha diciassette anni e degli occhi davvero strani: sono viola. Inoltre ha parecchi problemi con il sonno, visto che, nonostante porti sempre con se una borraccia piena di caffè, tranne all'alba e al tramonto non riesce a rimanere sveglia. E un giorno, annusa il profumo di un iris, si addormenta e, quando si risveglia, si ritrova in un modo parallelo fatto di cenere. Lì, nel Cinerarium, incontra Nate, un ragazzo dagli occhi color arcobaleno senza memoria. Ma, soprattutto, a partire da quel momento un misterioso e inquietante personaggio si mette alla sua ricerca...
   

                                           

Chi segue il mio altro blog Where is my mind? credo abbia intuito uno dei motivi per cui Iris mi è piaciuto tantissimo: i mondi paralleli, che mi hanno sempre affascinata.
In seguito, i personaggi, come Christine (che ha molto in comune con la mia amica omonima ;D) e Leo, i migliori amici di Thara, sono indimenticabili per tutte le battute che dicono (Maurizio Temporin ha un divertentissimo senso dello humour, che pervade tutti i libri). Ma nessuno batte Ludkar, lo psicopatico della storia, cinico e pazzo.
Oltre allo stile del quale ho già accennato sopra, bisogna dire che Maurizio Temporin mescola in modo davvero ben dosato urban fantasy e fantascienza, di modo che oltre ad esseri dotati di poteri soprannaturali assistiamo nei due ultimi libri ad un dibattito: fino a dove può spingersi la scienza? Un dibattito caro ai libri di fantascienza.
Tutti i libri hanno un ritmo che ti incalza costantemente a proseguire, grazie ai continui colpi di scena. Soltanto la fine è un po' confusionaria, o almeno io l'ho trovata così.
Se volete passare qualche giorno di puro divertimento, leggete Iris!!



Buone letture!!

                                                                                                                       

sabato 1 dicembre 2012

La bambinaia francese

Avete presente Adèle, la bambina di cui Jane Eyre è istitutrice? La bambinaia francese di Bianca Pitzorno racconta la sua storia prima dell'arrivo di Jane. Scopriamo così la vita di Adèle con sua madre, la ballerina Cèline Varens, Sophie, la sua bambinaia, dal cui punto di vista è raccontato il libro, e Toussaint, un giovane schiavo nativo di Cuba.
La bambinaia francese mi è piaciuto tantissimo, non solo perché è una storia commovente che strappa tanti sorrisi, ma anche perché è un libri dentro al libro. Bianca Pitzorno ha fatto davvero un'operazione originale, scrivendo un libro che racconta quel che ne precede un altro. Inoltre, sono infinite le citazioni di altri libri scritti nella prima metà dell'800, dai Miserabili di Victor Hugo a Indiana di George Sand, dalle Istruzioni per la servitù di Jonathan Swift al Manoscritto per Teresa di Pietro Verri. Autori che a volte incontriamo nel salotto di Cèline, la bellissima ballerina madre di Adèle e benefattrice di Sophie.
State attenti a Edward Rochester! Se già non vi piaceva in Jane Eyre, qui lo detesterete con tutte le vostre forze!!

venerdì 16 novembre 2012

L'estasi del leggere

Vi è mai capitato che un libro vi trasmettesse un'immensa gioia? Una gioia quasi simile all'estasi, una gioia che comincia dal cuore e poi si propaga in ogni fibra del vostro corpo, vi fa formicolare le dita, sorridere e avere le lacrime agli occhi?
A me si. Diverse volte. Mi è capitato leggendo Ascolta la mia ombra, che con sottile poesia invita ad amare e prenderci cura a qualunque costo delle persone a cui vogliamo bene.
Mi è capitato leggendo Io e te di Niccolò Ammaniti, vedendo due solitudini così diverse come quelle di Lorenzo e Olivia avvicinarsi e annullarsi.
E mi è capitato per ogni singolo capitolo dei libri di Silvana De Mari, da L'ultimo Elfo a L'ultimo orco, passando per Gli ultimi Incantesimi e L'ultima profezia del mondo degli Uomini, libri indimenticabili che, riprendendo il modo in cui li ha definiti una mia amica, sono oro colato.
E' una gioia strana e selvaggia, simile all'ebrezza, ebrezza per le parole che leggi, e senti che tra poco traboccherai come un vaso, che ti manca il fiato.
Tutto questo per un libro, un sogno di carta. Un sogno potente che non finisce mai, visto che basta riaprirlo perché ricominci ad emozionarti.                                              

venerdì 2 novembre 2012

Scelti dalle Tenebre

Dato il periodo in cui siamo, oggi vi consiglio un libro di vampiri. Non di vampiri in stile Twilight, ma di vampiri veri, quelli (quasi) senza sensi di colpa.
Ma parliamo del libro: Scelti dalle tenebre di Anne Rice è il secondo libro della serie delle Cronache dei Vampiri. Il primo, Intervista col vampiro, racconta la storia di Louis, che, alla fine del XVIII secolo, venne vampirizzato dal vampiro Lestat de Lioncourt a New Orleans. Lestat appare come un essere cattivissimo, al limite del sadismo.
E questo secondo libro, che racconta proprio la storia di Lestat, ribalta completamente l'opinione che il lettore si era fatto di lui. Si scopre infatti che da umano apparteneva alla piccola nobiltà francese, che era un ottimo cacciatore, e che amava anche tantissimo il teatro...fu proprio questa passione a metterlo contro suo padre e a farlo fuggire dal suo piccolo villaggio per Parigi insieme all'amico Nicolas. E fu a Parigi che Lestat incontrò Magnus, il misterioso vampiro che un giorno cambiò completamente il suo destino.
Per certi versi, ho preferito questo libro a Intervista col Vampiro. Credo sia stato proprio per questo completo ribaltamento che il lettore sente nei confronti di Lestat.
Per quel che riguarda lo stile, è molto...come dire, fitto. La Rice ha una scrittura molto particolare, che ad alcuni potrebbe risultare pesante. Ma è comunque una buona lettura, se vi piacciono i vampiri o se volete cambiare da Stephenie Meyer & Company.
A presto!

martedì 30 ottobre 2012

Premio Unia

Si, lo so, mancavo da un po'...ma sono molto impegnata, e la maggior parte delle volte che scrivo anche sul mio altro blog, Where is my mind?, non ho tempo di scrivere su questo. Quindi perdonatemo, per favore!! :D
Oggi non scrivo per parlarvi di un libro, anche se qualche mezza idea ce l'ho. Vi scrivo perché...ho inventato un premio!!!!
Il premio Unia...

Ok, l'immagine non c'entra niente con i libri e non c'è scritto il nome sopra. Inizialmente non doveva essere questa, ma siccome la foto che avevo modificato apposta non la legge nessun computer (sarà che ho fatto tutto con Corel Draw???), alla fine ho cercato su Google immagini la parola sogni. E questa qui mi è piaciuta.  Ma non sono riuscita a modificarla. Unia significa Sogni in finlandese, e i libri non sono forse dei sogni?

Ecco qui le regole del premio:

1. Rispondere a queste 7 domande:

 - Qual'è il primo libro che hai letto in assoluto?
 - Hai mai fatto un sogno ispirato ad un libro che hai letto? Se si, racconta.
 - Qual'è la prima cosa che ti colpisce di un libro? La copertina, la trama o il titolo?
 - Ti è mai capitato di piangere per la morte di un personaggio?
 - Qual'è il tuo genere preferito?
 - Hai mai incontrato uno scrittore?
 - Posta un'immagine che rappresenta cosa significa per te la lettura.

2. Premiare altri 7 blog.

 Assegno il Premio Unia a:

 - Elisa di Lacrime di carta e inchiostro
 - Antonella di Il tempo ritrovato
  - MemoriaRem di MemoriaRem
 - Sheryl di Vola Solo Chi Osa Farlo
 - Anto di UN CIELO DI PENSIERI
 - Esmeril di L'essenziale è invisibile agli occhi...
 - Alice S. di Il salotto dei Sogni

Ecco qui...se ho fatto qualche errore, siate clementi, è il primo premio che invento...a presto! E questa volta parlerò di libri! :D

mercoledì 10 ottobre 2012

Ascolta la mia ombra

Non ringrazierò mai abbastanza la mia amica A, che mi ha prestato questo libro.
Il narratore è inizialmente bambino. Piccolo, occhialuto, si è appena trasferito in una nuova scuola e il bulletto di turno lo ha già preso di mira per aver messo gli occhi sulla bella Elisabeth. Per di più, il padre lascia la madre senza dargli una spiegazione. Insomma, la vita non è proprio rosea. Finché un giorno l'ombra del narratore non si sovrappone con quella del bullo, e allora si accorgerà di essere un ladro di Ombre.
Sul momento pensavo che Ascolta la mia ombra fosse un libro per ragazzi un po' fantasy ma poi le parole di Marc Levy, che sono pura poesia, mi hanno stregata, perché al di là dell'elemento fantastico tutto il resto è reale, nelle gioie come nei dolori. Diversi momenti danno i brividi per l'emozione, personaggi come Cléa, la piccola sordomuta dal dolore profondo, l'amico Luc, che vorrebbe essere medico ma il caso non gli è favorevole o la madre del protagonista nella sua tenerezza rimangono nel cuore, e le ombre, che di solito appaiono sempre minacciose nei racconti, stavolta sono come delle amiche, come l'essenza più profonda di noi stessi. Un libricino delicato e bellissimo che consiglio a tutti voi.
A presto, cari follower, e buone letture.

sabato 6 ottobre 2012

Giù la maschera

Sono mesi che, quando apro la mia home di blogger, vedo questo nome. Sogni di Carta. L'ho aperto quando cercavo ancora qualcosa a cui aggrapparmi. Poi, però l'ho chiuso, ho pensato che non avrei mai più scritto una recensione, perché qualunque cosa mi faceva soffrire. E allora ho dato un taglio netto a tutto, o almeno quasi. Però non ho mai voluto eliminare questo blog. E' stato come se qualcosa mi dicesse che, un giorno o l'altro avrei ritrovato il coraggio di riscrivere un commento su un libro.
Quando ho smesso di scrivere su questo blog, ero come imprigionata da una maschera, la maschera di Persefone, il mio nome precedente su blogger. Persefone, una ragazza un po' triste e infantile. Persefone mi soffocava. E così ho gettato via la maschera. Ora mi presento a voi come Kore, per gli amici Koko o semplicemente Ko. Sogni di Carta cambierà. Non voglio più scrivere soltanto recensioni in modo sistematico, ma voglio parlarvi in modo normale soltanto dei libri che più mi piacciono e mi colpiscono, di quelli che penso che valga veramente la pena di leggere. Oppure semplicemente di un argomento affrontato in diverso libri.
Ora vi lascio. Ma vi prometto una cosa: tornerò molto presto per parlarvi di un libro che mi ha fatta piangere: Ascolta la mia ombra di Marc Levy.
A presto! :)


domenica 1 aprile 2012

Paranoid Park

Alex è un sedicenne skater di Portland. Una sera, va da solo al Paranoid Park, malfamato parco paradiso dei ragazzi con la passione per lo skate. Ma qualcosa va storto. Dopo una bravata, Alex manda accidentalmente una guardia giurata sotto un treno, e poi scappa, spaventato. Deve confidarsi con qualcuno. Ma con chi? La polizia? I genitori, troppo presi dal loro divorzio? Travolto dai dubbi, Alex è pieno di sensi di colpa.
Paranoid Park è un libro delicato sul dubbio e sul senso di colpa, forte e doloroso per Alex come lo dovrebbe essere per chiunque, come lui, si trova davanti ad una situazione più grande di lui. Il libro è scritto in prima persona, e questo ci da ancora di più il senso di panico che colpisce il protagonista, molto ben costruito dall'autore Blake Nelson. Alex sembra la personificazione di quegli adolescenti un po' marginali che niente chiedono se non di poter vivere tranquillamente la propria esistenza, ma che poi, sballottati qua e là da un fato capriccioso, vengono trasportati in acque pericolose, e allora, per crescere, devono radunare tutte le proprie forze per uscirne. Tutto sta nel riuscirci.
Da questo romanzo, nel 2007, Gus Van Sant ha tratto un film che ha vinto il premio speciale della giuria al festival di Cannes.

VOTO: 9

giovedì 29 marzo 2012

Il Signore degli Anelli

Lo Hobbit Frodo riceve dallo zio Bilbo un anello. Lo stregone Gandalf sospetta che quello sia l'Unico Anello, forgiato da Sauron per dominare il mondo. E quando questo si rivela vero, Frodo dovrà cominciare un viaggio che lo cambierà per sempre.
Mi fermo qui, perché ormai la trama del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien è stranota. E non a torto, visto che è davvero una bella storia, scritta con uno stile da far impallidire certi poeti. Infatti Tolkien mette al momento giusto toni drammatici, comici o poetici. Sono molto belle alcune canzoni, composte dallo stesso Tolkien, il quale in certi punti avvolge con il mistero il suo romanzo, quando parla di popoli scomparsi da lungo tempo dalla Terra di Mezzo. Il Signore degli Anelli sembra una saga nordica scritta ai tempi moderni, un grande classico del fantasy che tutti dovrebbero leggere.

VOTO: 10

sabato 10 marzo 2012

Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento?
Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento?
Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente?
Dov'è primavera e la messe, e il biondo grano crescente?
Son passati come pioggia sulla montagna, come raffico di vento in
                                                                                              campagna;
I giorni scompaiono a ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?


Da Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien

domenica 12 febbraio 2012

Fight Club

Il narratore è un  giovane impiegato insoddisfatto della sua vita e posseduto dai suoi mobili. Soffre d'insonnia e la sola cura che trova è frequentare dei gruppi per malati di cancro fingendosi uno di loro. Solo in questo modo il narratore riesce ad avere un po' di calore umano. Almeno finché non si accorge che c'è un'altra persona, una ragazza di nome Marla Singer, che fa come lui. Un giorno, su una spiaggia, il narratore incontra Tyler Durden. I due diventano inseparabili. E, dopo un po', Tyler invita il narratore a tirargli un pugno più forte che può nel parcheggio di un bar. Così nasce il fight club, dove chiunque può picchiarsi finché vuole. E l'idea avrà così tanto successo che Tyler Durden diventerà una sorta di nuovo messia.
Fight Club è il romanzo d'esordio di Chuck Palahniuk, scritto nel 1996, e da cui David Fincher ha tratto l'omonimo film cult con Edward Norton, Brad Pitt e Helena Bonham Carter.
La storia è anarchica, estrema, scritta con uno stile ipnotico che all'inizio scombussola un po'. Uno stile anarchico quanto la storia, fatto di ripetizioni, parole pesanti e senza eufemismi. Ma è anche geniale, perché rende ancor più partecipe il lettore e coinvolgente il romanzo, soprattutto nel finale a sorpresa, che mai ci si attenderebbe. Meglio comunque non leggerlo se si è deboli di stomaco, a causa dei contenuti crudi.

VOTO: 9

Norwegian Wood

Sull'aereo che lo sta portando ad Amburgo, Watanabe ascolta per caso una canzone dei Beatles, Norwegian Wood. D'un tratto, il passato lo riprende. Diciotto anni prima, nel 1968, aveva un amico, Kizuki. Kizuki si era suicidato lasciando la sua ragazza, Naoko. Un anno dopo, nel 1969, Naoko e Watanabe si erano rivisti, per caso, a Tokyo...
Il libro di Haruki Murakami è una storia di sentimenti dolci e disperati, di amori che si avvicinano e si allontanano continuamente, divisi dalla malattia e dalle morti. Watanabe si trova come travolto dall'amore, costretto a dividersi tra due donne, la fragile e segnata Naoko e la provocante e forte Midori, tutte e due segnate dalla malattia ma che l'affrontano in due modi diversi, l'una lasciandosi andare e chiudendosi in se stessa, l'altra esplodendo letteralmente di vita. E in mezzo c'è Watanabe, calmo e perbene, anche se a volte si lascia trascinare nelle squalide serate del cinico Nagasawa. Personaggi l'uno diverso dall'altro nella loro stranezza, nella loro 'distorsione', come direbbe Naoko, ognuno in un certo senso malato. Lo stile di Murakami è a tratti poetico e calmo, a tratti crudo e quasi violento, capace di coinvolgere il lettore e di lasciarlo anche spaesato, come durante 'il ritorno alla civiltà' di Watanabe dopo il soggiorno alla casa di riposo di Naoko. La fine è un po' prevedibile, ma comunque struggente.
Da questo libro è stato tratto un film nel 2010, selezionato a Venezia ma mai uscito in Italia.

VOTO: 10

venerdì 20 gennaio 2012

Gli Spiriti non dimenticano

Gli Spiriti non dimenticano è la vera storia di Cavallo Pazzo, Tashunka Uitko, leggendario guerriero dei Sioux Oglala. Il libro di Vittorio Zucconi da l'immagine di un uomo che al tempo stesso era leggenda e immagine del suo popolo intero, travolto dai lutti e ingannato sia dai bianchi che, cosa ancor più struggente, dalla sua stessa gente. Cavallo Pazzo appare come l'unico indiano, insieme a Toro Seduto, ad aver capito fin dall'inizio che quei trattati, quei pezzi di carta che poi il governo americano non rispettava, rappresentavano la distruzione, pezzo per pezzo, del suo popolo, ed era uno dei pochi che aveva sempre combatturo, guidato dal suo coraggio e dalla sua fede, mentre i bianchi, come Custer o Sheridan, sono guidati dai loro pochi scrupoli e dalla loro insaziabile avidità e ambizione.
Il libro cattura il lettore, tra i colpi di scena, grazie ad un linguaggio non da libro di storia o cronaca di un destino annunciato, ma da romanzo, a volte ironico, a volte poetico, altre triste. Ma è anche un modo per scoprire la cultura Sioux non attraverso i film western, ma attraverso gli occhi di chi, come l'autore, è andato sui luoghi dei fatti, ha cercato negli archivi, ha intervistato discendenti e sentito da loro la storia come gliel'hanno tramandata i loro padri e i loro nonni, che hanno visto quei tempi in cui la prateria era libera dal giogo dei bianchi e i bisonti pascolavano a milioni. E che sapevano bene che gli Spiriti non dimenticano, mai.

VOTO: 10

lunedì 9 gennaio 2012

L'Ultimo Orco

I destini incrociati di diversi personaggi: Rankstrail, capitano dei mercenari di Daligar, Yorsh, l'ultimo e il più potente signore degli Elfi, e Robi, sua sposa.
Fino a pagina 144, L'Ultimo Orco non mi stava piacendo. La narrazione mi sembrava troppo lenta, il linguaggio pesante e quasi barocco. Finché, a partire da pagina 144, non ho cominciato a volare sui destini dei diversi personaggi. La storia si è fatta emozionante, commovente e anche triste, capace di far imprecare e piangere. Era da un bel po' che un libro non mi trasmetteva emozioni così forti, praticamente fino all'ultima pagina.
Il linguaggio e lo stile di Silvana De Mari cambia poco a poco, e passa da un lingua popolare a una sempre più elegante, con figure retoriche che si adattano ad ogni personaggio e al suo vissuto, per Yorsh e Robi il mare, per Rankstrail quello militare e dei piccoli ladri.
Un bellissimo libro che fa pensare anche alla nostra situazione presente, con molto rimandi. Ma dopotutto non è questo il fascino del fantasy, di proporre sempre argomenti universali?

VOTO:10
 

venerdì 6 gennaio 2012

"Mia Signora!... Mio unico amore! Come potete essere così insensatamente ingiusta nei confronti della vostra cucina? Quello che ha compromesso la mia immortalità, e per sempre, è la mezza patella che ho preso da uno scoglio da solo e che mi sono messo in bocca senza l'aiuto di nessuno, facendo l'unica scelta che mi renda felice di vivere. Mia Signora, io attraverserei il fuoco per una delle vostre frittate ai pinoli e al mirto, che cuocete usando come padella una spada, e sono certo che, se i Re elfici potessero sapere che la spada che essi forgiarono secoli fa, quando la loro potenza era all'apogeo, voi la brandite per distruggere la fame e far scintillare la gioia, ne sarebbero fieri e onorati.
"Mia Signora, ve ne prego, non negatemi né il miele del vostro sorriso, né quello che versate sui filetti di orata, perché per averne goduto, io attraverserò i cancelli del tempo e della morte, andrò dall'altra parte delle stelle e del vento, dove le parallele si incontrano e i numeri terminano, e quando ci sarò giunto canterò le vostre lodi e ringrazierò per la mia fortuna, perché lo scambio sarà stato a mio favore. Mia Signora, l'immortalità è il dono maligno che ha perduto la mia stirpe. I nostri corpi inviolabili, incorruttibili come il sasso, come il diamante, come il ghiaccio che resta intrappolato mei crepacci che il sole non riesce a scaldare e dove la primavera non arriva mai, ci hanno reso talmente fragili che siamo periti. Siamo rimasti immobili, spaventati dalla vita che è per definizione cambiamento e distruzione e, uno a uno, siamo morti. Il mio popolo è scomparso perché gli è mancato il coraggio di accettare la morte, che era l'ultimo dono tra quelli che l'universo ha fatto ai viventi. Ogni sposa fa dono del suo coraggio al suo sposo quando accetta di amarlo, perché nella nascita di un nuovo figlio, la vita e la morte si danno la mano. In un popolo dannato dall'immortalità questa è stata giudicata un dono eccessivo per essere chiesto o anche solo accettato. Ci siamo estinti ugualmente: uccisi, massacrati, sterminati dalla fame e dalla tristezza. Siamo morti lo stesso. La razza umana sapeva che la morte fa parte dellla vita e non se ne può scindere. Gli Elfi hanno voluto ignorarlo e hanno sperpetato il loro destino continuando la loro sterile battaglia di richiamare in vita i moscerini."
...
"... I tuoi denti cadranno e...i capelli pure!"
"Bene, parlerò sputando...e al mattino mi luciderò la testa con un panno, perché brilli nel sole. Poche cose mi sembrano più detestabili di una giovinezza insulsa ed eterna che mi confonda con i nostri figli rendendomi simile a loro. Voglio che il bianco dei capelli o le rughe che si formeranno sulla mia faccia ricordino ai miei figli che io non sono né il fratello né l'amico, ma il padre. Voglio che guardando le mie mani screpolate e macchiate, loro ricordino che io sono colui che li ha generati, perché altrimenti, quando il dolore e l'incertezza li colpiranno, loro non sapranno da chi andare a chiedere certezze e consolazioni. Voglio che i nostri figli abbiano la cura della nostra fragilità per imparare la misericordia: come lo potranno se non perderemo noi la forza della giovinezza? Di tutte le maledizioni del mondo, dover sopravvivere a un figlio, doverlo comporre nella morte e seppellire, mi sembra la peggiore: non lo augurerei al mio nemico più ignobile e più odiato. ..., quando cambierò, quando parlerò come il vecchio pescatore o il sole ustionerà la mia testa rimasta implume come un gabbiano neonato, veramente mi amerai meno? Anche il tuo viso e il tuo sorriso cambiano conservando il ricordo del sole che ha bruciato la tua pelle, mentre cercavi i granchi che mangiamo insieme, è per questo che il mio amore per te non resta uguale, ma ogni giorno cresce, è per questo che la felicità della tua presenza di giorno in giorno diventa più grande e più piena di luce. Il tuo corpo porterà il segno dei nostri figli, i tuoi capelli quello del tempo che avremo trascorso tenendoci per mano. Da quando so che sono contati, i giorni hanno moltiplicato il loro splendore; il movimento enorme delle stelle e delle maree e quello piccolo di un filo d'erba che cresce sono diventati misurabili perché ora il tempo ha un valore. Mia Signora, il vostro sguardo ha l'orgoglio di un volo di falchi e la tenerezza del riflesso del sole nell'acqua. La vostra testa si alza sulle spalle con la forza invincibile delle onde e la dolcezza con cui il mare si rompe sulla sabbia nelle più placide sere d'estate. Il sorriso con cui vi chinate sulla nostra bambina contiene la luce stessa del sole che scalda la terra. Il sorriso che avete quando io mi chino su di voi ha il mistero della luce dela Luna che rimbalza lieve tra le nuvole e le onde. Mia Signora, voi avete la forza di un esercito schierato in battaglia e nulla potrà mai sconfiggervi, neanche la morte, perché neanche di quella voi avrete paura. Mia Signora, vi prego, non piangete. Causarvi dolore mi è insopportabile. Ho visto le vostre lacrime oggi e sono state un dono perché so che avete pianto la mia morte, ma vi prego, giuratemi che se dovessi io morire prima di voi, nel momento in cui vi lascerò i vostri occhi resteranno asciutti, la vostra fronte calma."

"Non si combatte per il proprio onore. Di tutte le attività possibili, la guerra può essere, in assoluto, la meno onorevole. L'onore è morire e combattere solo perché la guerra finisca e non sia più necessario farne. L'onore è capire quando bisogna fare la guerra e fermarsi quando è possibile smetterla."

                                                               Da "L'Ultimo Orco" di Silvana De Mari