mercoledì 26 febbraio 2014

Music Book: Non è un paese per vecchi

Ciao a tutti! Domani, vi pubblicherò la rubrica Storia di un genere letterario al posto di Letto per voi perché la rubrica è saltata. Ma tranquilli, sto leggendo Una libbra di carta e mi piace molto, la settimana pubblico la recensione e vi propongo altri due libri. Ma oggi è tempo di musica! E più esattamente della colonna sonore, almeno secondo me, di Non è un paese per vecchi, il libro di Cormac McCarthy che nel 2012 mi stregò e me lo fece votare miglior libro letto quell'anno.


Blue Jay Way da Accross the Univers
Penso che sia una versione mooolto inquietante. Abbastanza da farmi pensare alla figura di Anton Chigurh!


Room of Angel da Silent Hill
Questa invece mi fa pensare all'ambientazione del libro, il polveroso Texas tanto ben descritto dal libro.

Ecco qui, oggi giusto due canzoni, ma spero che il post vi piaccia. A domani!!

lunedì 24 febbraio 2014

Fogli di celluloide: Il Corvo

Bene bene, buon inizio di settimana a tutti! Oggi, farò una cosa un po’ particolare. Di solito, quando vi ho dato la mia opinione dell’adattamento cinematografico di un libro,
questo era sempre un romanzo. Stavolta, invece parlerò di un fumetto. Lo ritengo infatti un genere letterario a pieno titolo, e anzi, amo molto i fumetti. Ogni mese compro una serie della Bonelli, Saguaro, i cui protagonisti sono dei Navajo negli anni ‘’70, e di tanto in tanto compro una grafic novel. E proprio di una di queste vi parlo oggi...
Il Corvo, scritto e disegnato da James O’Barr, è un cult sia del fumetto che del cinema. L’ho comprato qualche anno fa, nel pieno del mio periodo punk, periodo ancora non proprio terminato visto il piercing che sfoggio al naso da qualche settimana... Il film l’ho visto prima, in terza media. Entrambi mi piacciono molto, anche se il film più che altro prende il soggetto del fumetto e ne fa un’altra storia.

Una coppia, Eric Draven e la sua compagna Shelley, viene brutalmente uccisa da un banda di criminali. Qualche tempo dopo, lui risorge, accompagnato da un corvo, per vendicarsi.

Come ho anticipati, il film prende il soggetto e le linee generali del fumetto di O’Barr e crea una storia piuttosto diversa, approfondendo personaggi, come il poliziotto Darryl Albrecht e Sarah, la bambina amica della coppia, oppure cambiando il perché dell’assassinio. Se nel fumetto ci troviamo davanti ad un atto di violenza gratuita, nel film c’è una motivazione che definirei ‘’politica’’, dal punto di vista del boss dei criminali, Topdollar. Una cosa, però rimane. La violenza, il sangue, l’atmosfera di apocalittica disperazione e il sentimento di trovarsi in un mondo in decadenza, dove la città è preda di omicidi e narcotraffico. Un’atmosfera resa bene sia dal disegno scuro delle tavole di O’Barr, che tra l’altro ha dichiarato di essersi ispirato a un fatto reale accaduto ad una coppia di Detroit, sia dalla luce del film, in cui anche qui prevalgono il bianco e il nero che poi ritroviamo sulla faccia di Eric, le strade mal illuminate e la pioggia incessante. Ma, come dice la celeberrima frase del film, “Non può piovere per sempre”. E così, al contrario che nel fumetto, il film diretto da Alex Proyas (poi regista di Io, robot), ci da alla fine un barlume di speranza. Ottima anche la colonna sonora, che comprende brani dei Cure e dei Pantera.


Non posso non terminare parlando del fatto che buona parte del film deve il suo valore all’interpretazione di Brandon Lee, figlio di Bruce, scomparso in modo ancora poco chiaro durante le riprese. Se avete visto il film, avete presente la scena in cui Eric si ricorda di quando è stato ucciso? Ecco, la pistola non era caricata a salve. Una delle morti più misteriose del cinema... e James O’Barr in seguito dedicò il fumetto alla sua memoria. 



venerdì 21 febbraio 2014

Perle

“...la vendetta è un gaudio degno degli dei! E se essi l’hanno riservato a se stessi, (...), è perché la ritengono una gioia troppo preziosa per lasciala in possesso ai semplici mortali."


Walter Scott, Ivanoe   

giovedì 20 febbraio 2014

Letto per voi!

Torna oggi la rubrica Letto per voi! Vi rispiego in cosa consiste. Qui sotto, vi posterò la trama di due libri da me scelti, e dovrete votare nei commenti quello che vi piace di più. Questa settimana leggerò per voi il libro che ha raccolto più voti e giovedì prossimo posterò la recensione. Lo so, prima i libri erano tre, ma per semplificare le cose ne ho tolto uno. Per favore, anche solo un commento mi basta, altrimenti la rubrica salterà!
I libri sono questi:

Una libbra di carta-Confessioni di un bibliomane di John Baxter

Romanziere, giornalista radiotelevisivo, critico e biografo cinematografico, John Baxter racconta in questo libro la sua passione, il collezionismo librario, e come sia stata possibile coniugarla con una vita molto impegnata. Accanto ad alcuni grandi della letteratura anglosassone del '900 - Graham Greene, Kingsley Amis, J.G. Ballard e Ray Bradbury - ritroviamo in queste pagine star di Hollywood colte nei loro tratti più personali; e naturalmente, ritroviamo tutto quel mondo particolare di oscuri segreti che legano i "cacciatori di libri", specialissimi Philip Marlow armati di astuzia e scaltrezza impegnati nella caccia a rigattieri, mercatini, sale d'asta e abitazioni private in cerca di rarità. 



Regno a venire di J.G. Ballard

Richard Pearson, quarantaduenne pubblicitario, si reca a Brooklands, una cittadina come tante tra Londra e l'aeroporto di Heathrow. Alcune settimane prima suo padre, ex aviatore settantacinquenne, era rimasto fatalmente ferito da un cecchino in un enorme centro commerciale di Brooklands. Sperando di capire qualcosa di più sulla tragedia, Richard incontra l'avvocato del padre e la giovane dottoressa Julia Goodwin che ha prestato le prime cure al padredopo la sparatoria. Protetto da un'inquietante rete di omertà, il principale indiziato viene rapidamente rilasciato dai magistrati locali. Richard decide allora di trovare il vero colpevole.



Ecco qui...e grazie alla blogger del blog Briciole Colorate di avermi aggiunta! Ciao! :)

mercoledì 19 febbraio 2014

Music Book: Le avventure di Tom Sawyer

Eccoci qui per il nostro appuntamento settimanale con la colonna sonora di un libro che ho lett. Stavolta vi propongo Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain, che ho letto da poco e che mi è moto piaciuto, anche se più che a Tom mi sono affezionata al suo amico Huck Finn. Certe parti mi hanno fato pensare ad alcuni brani:


The black rider - Howard Shore
Questa qui mi fa pensare a tutte le avventure di Tom, e al fatto che molto spesso facciano finire lui e i suoi amici nei guai!


Labyrinth of dreams - Nox Arcana
Quando Tom e la sua amata Becky si perdono nella grotta.


Society – Eddie Wedder
Questa canzone non è molto allegra, però il testo, che parla della libertà assoluta di cui si gode quando si è fuori dalla società, senza le costrizioni legate al modello consumistico in cui viviamo, mi ha fatto pensare al discorso finale di Huck.

Ecco qui. A domani e...buone letture! ;)

martedì 18 febbraio 2014

Storia di un genere letterario: il poliziesco

Oggi vi parlo del romanzo poliziesco, o giallo.

Storie che presentano qualche elemento di poliziesco nei tempi precedenti alla sua invenzione vera e proprie sono tragedie come l'Edipo di Sofocle, oppure la Storia di Susanna nella Bibbia. Questo per quanto la tradizione occidentale, perché poi, nella letteratura cinese del XVIII secolo, è presente una tradizione di storie di detective. Convenzionalmente si fa però iniziare la storia del genere giallo nel 1841, quando Edgar Allan Poe pubblicò I delitti della Rue Morgue. Per la prima volta in Europa, un personaggio dotato di grandi capacità deduttive, Auguste Dupin, cercava di risolvere casi criminali. Non si reca neanche sui luoghi del delitto, lavora esclusivamente con il suo cervello. Questo venne ripreso da un altro grande dei primordi della letteratura poliziesca, Sir Arthur Conan Doyle, inventore di Sherlock Holmes, che con ha caratteristiche simili a Dupin e sarà 'copiato' da altri grandi autori del giallo detto deduttivo, come Agata Christie, creatrice di Hercule Poirot, protagonista di circa 25 storie.

La popolarità del genere poliziesco fu immediata, e crebbe sempre di più fino al ventennio 1920-1940, detto
'epoca d'oro del giallo'. All'inizio del XX secolo, però, altri scrittori si erano cimentati in questo genere, come Edgar Wallace, che scrisse I quattro giusti e che è considerato l'ideatore del moderno thriller, e che non rispettò i canoni del giallo precedente ma li contaminò con elementi appartenenti all'avventura.

In Francia, intanto, Gaston Leroux, l'inventore del Fantasma dell'Opera di cui vi ho parlato qualche mese fa, crea il personaggio di Rouletabille, un giornalista dalla testa piccola e rotonda che a partire da Il Mistero della Camera Gialla del 1908 risolve casi con l'ausilio della logica. Tuttavia, dopo la prima indagine, i tono di successivi romanzi abbandonano gli elementi polizieschi per accenti più melodrammatici. Negli stessi anni appare un altra grande figura del giallo, il detective-ladro Arsène Lupin creato da Maurice Leblanc, a cui si lega la figura più oscura di Fantomas, il genio del male.

Fin qui ho parlato del cosiddetto ''giallo classico''. Ma a partire dagli anni venti nascono altri filoni del giallo, come l'Hard Boiled, nato in America ai tempi del Proibizionismo e della grande criminalità che ne seguì. In questo periodo hanno molto successo le riviste pulp, dove ad essere narrate sono storie non di inchieste ma piuttosto di violenza e poliziotti che sono assimilabili a criminali per i metodi che usano. Tra i più importanti autori, Dashiell Hammett e Raymond Chandler, il primo autore del Falcone Maltese, il secondo di Il grande sonno.

Alla scuola Hard Boiled si legano altri generi più vicini al giallo classico, come il noir, un genere dai tono cupi e angosciosi, come l'uomo solo in una metropoli corrotta. I libri noir, (che tra l'altro a me piacciono molto!) sono quindi impregnati di pessimismo. Oggi, il maggiore autore è l'americano James Ellroy, autore di The Black Dalia.

Negi ultimi anni un tipo di noir che sta riscuotendo molto successo è quello svedese, e questo a partire dalla
pubblicazione della trilogia Millennium di Stieg Larsson. Una delle particolarità dei polizieschi di questo paese sta nello stile, freddo, duro, distaccato quando racconta storie a volte disturbanti.

Vorrei finire parlandovi di un altro tipo di giallo che personalmente apprezzo tantissimo, che sta conoscendo un grande successo in questi anni, e cioè il giallo storico. Si tratta di storie ambientate in una data epoca storica, che può essere l'antico Egitto come il Medioevo o gli anni prima della rivoluzione francese, in cui alla risoluzione di un crimine si affianca una ricostruzione che, a seconda degli autori, è più o meno ben fatta. In particolare, si sono distinti Paul Doherty ed Ellis Peters, ma io amo molto anche il francese Jean François Parot, che con il suo Nicolas Lefloch ci racconta la Francia pochi anni prima la rivoluzione.

Ecco qui, spero che questo post vi piaccia! :)


lunedì 17 febbraio 2014

Fogli di celluloide: Eragon

Ciao a tutti! Scusate se ho interrotto d’un tratto il blog. Però come dire, avevo bisogno di un periodo di distacco. Per un bel po’ non ho neanche aggiornato il mio blog principale, Where is my mind?. Se a questo poi si aggiunge la fine delle lezioni del primo semestre e quindi il fatto che non potevo più collegarmi a internet in modo regolare... insomma, non avrei potuto aggiornare le rubriche nei giorni giusti. Ma ora le lezioni sono ricominciate, ed eccomi qui a riparlarvi di libri! Spero che intanto abbiate fatto delle belle letture.
Come ogni lunedì, oggi vi parlerò di libro mettendolo a confronto con il film che ne è stato tratto. Se nelle ultime rubriche i film erano a mio parere tratti piuttosto bene, oggi cambio registro con Eragon, primo volume della serie di tre libri, poi diventati quattro, di Christopher Paolini, da cui è stato tratto l’omonimo film nel
2006, diretto da Stefen Fangmeier con Ed Speelers nel ruolo del protagonista, Jeremy Irons nei panni di Brom, Sienna Guillory in quelli di Arya e John Malkovich in quelli di Galbatorix, mentre Rachel Weisz da voce alla dragonessa Saphira.

Il fatto è questo: il giovane e orfano Eragon trova nella foresta una pietra blu. In realtà è un uovo, che si schiude davanti a lui e dal quale esce un cucciolo di drago, specie che si credeva estinta da quando i Cavalieri di Drago furono sterminati dal perfido re Galbatorix, che ha il controllo di Alagaësia. Eragon nasconde il cucciolo, che chiama Saphira, e lo alleva. Ma quando suo zio viene ucciso da degli esseri sconosciuti, scoprirà che forse egli ha tra le sue mani il destino della sua terra, e per comp
ierlo verrà aiutato dal cantastorie Brom, un uomo misterioso che sembra essere molto più di quello che dice...

Allora, contando che ho letto il libro a tredici anni e che sono sicura che se lo rileggessi adesso mi piacerebbe molto di meno, prenderò l’impressione che ne ebbi qualche anno fa. Mi era molto piaciuto, ricordo che lo divorai. Lo trovavo originale, ed Eragon mi piaceva tanto, così come il popolo degli elfi e dei ribelli. E quando Brom morì ci rimasi malissimo. Ho letto anche il seguito, Eldest, mentre Brisingr si sta impolverando nella mia libreria e Inheritance me lo sono fatto raccontare da una mia amica. Penso che sia scontatissima, ma questa è un’altra storia.  

Il film, invece, è semplicemente uno dei peggiori film che io abbia mai visto. Ricordo che uscita dalla sala mi venne la tentazione di andare a chiedere il rimborso alla sala. Credo sia anche perché l’attesa era tanta. E’ tratto malissimo, molte parti sono tagliate deliberatamente, Arya non sembra per niente un’elfa (va bene, Paolini non parla mai di orecchie a punte nei suoi libri, ma capite che per una che ha passato gli ultimi anni della sua infanzia a immaginare di vivere nel Bosco Atro in compagnia di Legolas&Co è uno shock), e la storia diventa banalissima. Dov’è finito il pezzo in cui Eragon vede un mercato di schiavi e decide di combattere l’ingiustizia? Che fine ha fatto Solembum il gatto mannaro? E potrei andare avanti così per ore. I personaggi non hanno più il minimo spessore, e a questo si aggiunge una recitazione terribile, deludente per un cast che poteva contare su Jeremy Irons e John Malkovich. L’unico punto di forza sono gli effetti speciali, la dragonessa Saphira è fatta molto bene, ma questo poteva anche risultare ovvio dato che il regista è un ex supervisore degli effetti speciali della Industrial Light&Magic di George Lucas quattro volte candidato all’Oscar. Per il resto, beh, il film mi ha molto delusa. E credo di non essere stata l’unica, visto che non incassò moltissimo e non sono stati tratti altri film dalla saga!